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Sunday, December 22nd, 2024

la-cicadelle-insecte-vecteur-de-la-flavescence

di Erminia Eleonora Magli

(vinoclick) In Borgogna un viticoltore di vini biologici, Emmanuel Giboulot, è finito sotto processo  a Digione  e rischia una multa e una breve pena detentiva per aver sfidato il Ministero dell’Agricoltura francese.

Nel giugno scorso, in seguito alla scoperta di casi di  flavescenza dorata, nel sud della Borgogna, il Ministero dell’Agricoltura aveva ordinato a tutti i coltivatori di tutta la regione di spruzzare le loro vigne con pesticidi ipotizzando la possibilità che i vettori della malattia – la cicalina della flavescenza dorata – si stessero muovendo verso nord.

La maggior parte dei coltivatori ha obbedito, ma Giboulot, che produce il suo vino vicino a Beaune, ha rifiutato in quanto il trattamento sarebbe in contrasto con i principi biodinamici che ha adottato fin dal 1970 e inoltre si è detto sicuro che le sue viti saranno in grado di resistere alla malattia in modo naturale,, oltre al fatto che l’epidemia dovrebbe migrare più a nord verso la Côte d’Or.

Il ministero dell’agricoltura ha sostenuto che il rifiuto della Giboulot di rispettare la norma è l’equivalente del “rifiuto di essere vaccinati” nel caso di una grave epidemia.

Se Giboulot perde, rischia fino a sei mesi di carcere e una multa di 300.000 €.

La sua causa ha suscitato molto sostegno e una petizione internet lanciata da l’Institut pour la Protection de la Santé Naturelle (IPSN), ha già raccolto oltre 40.000 firme.

I manifestanti hanno organizzato una sorta di pic-nic fuori dal tribunale di Beaune a sostegno del viticoltore.

La flavescenza dorata è apparsa la prima volta in Francia nell’ Armagnac nel 1949 e da allora si è diffusa in ogni regione fatta eccezione per Giura, Alsazia e Champagne. Non esiste ad oggi un trattamento noto per il trattamento di questa fitoplasmosi a parte uccidere i vettori con i pesticidi e sradicare e bruciare tutte le piante infette.