di Erminia Eleonora Magli
(vinoclick) L’arrivo del vino novello sui nostri scaffali è da molti considerato tradizionalmente una sorta di via alla stagione enologica
La Calabria ha debuttato per prima, il 30 ottobre scorso, con quasi tre settimane di anticipo rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese, secondo quanto disposto da un decreto del ministero delle Politiche agricole. Ma le bottiglie di novello prodotte quest’anno in Calabria , secondo la Coldiretti, sono solo 30 mila, alcune decine di migliaia in meno rispetto alle passate stagioni, insomma, la produzione è in costante calo e il fascino di questo must enologico va via via svanendo.
Produrre novello inizia ad essere poco vantaggioso: il vino da bere giovane, pur se apprezzato come prima produzione enologica dell’anno, gode di limitata conservabilità che ne consiglia il consumo nell’arco di sei mesi, e la tecnica di produzione, la macerazione carbonica, è più costosa rispetto a quelle tradizionali; per questo gli stessi vitigni utilizzati per la base del novello vengono oggi spesso convertiti alla produzione di vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata.
Il novello è nato negli anni ’50 in Francia nella regione Beaujolais e le sue caratteristiche sono determinate dal metodo di vinificazione utilizzato, profondamente diverso da quello tradizionale, messo a punto dal ricercatore francese Flanzy. Un procedimento che conferisce al novello il caratteristico gusto amabile e fruttato, da abbinare in allegria ai piatti tipici stagionali come castagne e funghi.