di Massimiliano Furlan
Come accade ormai da alcuni anni, il vino, oltre al suo fascino che nasconde dentro al bicchiere ha trovato una sua dimensione anche nella cantina, ci sono infatti molti produttori in Italia che fanno realizzare dei progetti di cantine da famosi architetti realizzando delle opere davvero straordinarie. Tra questi troviamo Renzo Piano, Santiago Calatrava o Mario Botta.
Quest’anno a concorrere per il premio Mies Van Der Rohe 2015 riconosciuto ufficialmente dall’Unione Europea insieme ad opere architettoniche di tutta Europa in contesti totalmente differenti ci sono tre cantine italiane su nove progetti presentati da studi di architettura del nostro paese, in concorso.
I tre gioielli o opere d’arte connessi al vino sono la Cantina Antinori nel Chianti Classico realizzata da Marco Casamonti situata a San Casciano Val di Pesa vicino Firenze, un progetto realizzato tra il 2006 e 2012 costato 80.000.000 di euro ed ha una caratteristica importante, la cantina è tutta interrata e tra l’altro è visitabile su appuntamento. Il secondo progetto in lizza per l’Italia è la Cantina alle Pendici dell’Etna di Planeta nella Tenuta Feudo di Mezzo a Castiglione di Sicilia realizzata dal Gruppo Vid’a. La cantina alle pendici dell’Etna è costruita con materiali eco-sostenibili e pietra lavica che si sposa perfettamente con il paesaggio circostante. Il terzo progetto è quello della famiglia Bulgari, la Cantina Pordenuovo sita a San Casciano dei Bagni in provincia di Siena e realizzata da AlvisiKirimoto. Un progetto davvero gradevole con delle linee moderne ma ben integrate nel territorio, la sua realizzazione è stata ultimata nel 2013.
Queste sono le eccellenze italiane nel vino per quanto riguarda le cantine, progetti di assoluto rilievo, ben integrati nel territorio e di grande modernità a dimostrazione che malgrado il mondo del vino in Italia non sia in un momento magico le strutture che lo ospitano sono assolutamente all’avanguardia. La speranza è quella di vedere premiati i nostri progetti proprio in vista dell’Expo che dovrebbe rappresentare il rilancio dei nostri prodotti agroalimentari, il vino in questo caso sarà il traino per il rilancio di un’economia che comincia un pò a sedersi, dai consumi che si sono abbassati e dalla qualità che in Italia non viene molto apprezzata un pò per i prezzi non certo economici ed anche perchè molti vini cominciano ad essere simili per colpa degli enologi (o winemakers che fa molto moda) che hanno in mano troppe cantine ed applicano gli stessi criteri per tutti senza cercare soluzioni diverse e dare ad ogni azienda un identità propria, magari legata proprio al territorio.
Intanto però tifiamo per la nostra architettura, un campo dove siamo davvero bravi.