di Massimiliano Furlan
(vinoclick) Come è ormai noto il Vinitaly di Verona, che avrebbe dovuto svolgersi nell’ultima settimana di aprile è stato per il momento rinviato al 14 giugno anche se ormai sembra improbabile anche questa data, molti consorzi con i loro produttori non sono favorevoli ad andare e chiedono di seguire le orme del ProWine che è stato spostato direttamente al 2021. Tra i rifiuti eccellenti ci sono 5 consorzi di vino pugliese a partire dal Consorzio Tutela del Primitivo di Manduria seguito dal Consorzio Tutela Vini Doc Salice Salentino, Consorzio Vini Doc Gioia del Colle, Consorzio Tutela Vini Doc Brindisi Squinzano e Consorzio Vini Castel del Monte. I portavoce dei vari consorzi affermano che tutti i buyers internazionali e nazionali hanno mostrato disinteresse per l’edizione in giugno del Vinitaly viste le critiche condizioni sanitarie che stanno investendo non solo l’Italia ma anche parte del resto d’Europa, inoltre concordano nel fatto che è quasi impossibile riorganizzare tutta la produzione in cantina ed in vigna lasciando le loro aziende e sbarcare a Verona per un evento che mostra un disinteresse dilagante. Dello stesso avviso è il Consorzio Vini Alto Adige e Federvini che non hanno alcun interesse a partecipare al Vinitaly affermando tra l’altro che ormai tutti i contratti di vendita per il 2020 sono chiusi quindi risulterebbe anche inutile la presenza delle aziende in Fiera se non per gli appassionati ma sappiamo che da due anni a questa parte la partecipazione per i wine lovers è praticamente chiusa.
Tante aziende stanno cercando di aderire ad un gruppo Facebook per ribadire il loro no al Vinitaly 2020 in giugno e rimandarlo al prossimo anno seguendo l’esempio dei tedeschi che non ci hanno pensato due volte a spostare il loro Prowine in marzo 2021. Ovviamente per Veronafiere e la città di Verona sarebbe un durissimo colpo economico, difficilmente assorbibile in tempi brevi ma in un momento così delicato per il Paese sarebbe il sacrificio minore rispetto alle perdite che potrebbero subire tutte le aziende che producono vino le quali vedono un futuro molto incerto sopratutto per quanto riguarda le esportazioni non avendo contatti diretti con i buyers stranieri e con le frontiere europee e di oltre oceano praticamente chiuse e diffidenti per quanto riguarda tutto ciò che arriva dall’Italia.
L’idea migliore sarebbe quella di improvvisare degli eventi sul territorio di appartenenza in estate per convincere gli italiani ad acquistare il nostro vino con più frequenza considerando da quale grande depressione usciremo dopo questa tragedia sanitaria. Questo è il momento migliore per aiutare i produttori di vini, bevendo di più, con moderazione ovviamente, cercando di aprire a delle buone abitudini deviando un pò del budget familiare per bere bene degustando e capendo il nostro vino e dare anche una mano a chi da oggi non ha solo a che fare con gli eventi meteo ma anche sanitari.
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