di Massimiliano Furlan
(vinoclick) Siamo già a metà settembre e si potrebbero tirare le prime somme sulla vendemmia che da metà agosto a cominciato a portare i primi grappoli in cantina. Il risultato per ora è abbastanza allarmante, le condizioni metereologiche che hanno influenzato tutto il 2013/2014 hanno fatto si che le prime stime portino ad una sottoproduzione rispetto agli anni precedenti, in particolare secondo alcune fonti la vendemmia ancora in corso produrrà non più di 41 milioni di ettolitri contro i 47 della Francia. Una vendemmia così scarsa non si vedeva dal 1950 e a farne le spese sarà probabilmente la qualità, almeno per alcune regioni e vitigni. Per esempio in Valpolicella, terra dell’Amarone, la scarsa produzione di uva potrebbe, anzi accadrà sicuramente per alcune aziende, a saltare direttamente questa annata trattandosi di uve destinate all’appassimento che già di per se abbassa la quantità. Stesso discorso vale per tutto il nord-est, dove le pioggie incessanti e le temperature più basse di 2-3 gradi hanno fatto sì che le uve potrebbero dare vita a vini di bassa gradazione e di qualità inferiore. Questo tra l’altro ha fatto in modo che i produttori abbiano dovuto lavorare molto di più con la vite per proteggerla per esempio da malattie come la botrite o la peronospora larvata per cercare di salvare l’annata.
Discorso diverso ma con gli stessi problemi e risultati in Toscana, dove i grappoli sono pieni di acqua con una modesta parte solida e secondo gli enologi vanno monitorati continuamente perché sono a rischio muffa. Ovviamente nulla è perduto, se in questo mese le temperature si innalzano l’acqua potrebbe assorbirsi e dare magari vita ad un’annata eccezionale come fu nel 1995 per il Brunello. Allo stato attuale molti produttori potrebbero pensare di saltare l’annata e produrre solo vini rossi di buona fattura.
Un pochino divesa la situazione al sud, dove il meteo ha tenuto abbastanza anche se la produzione è comunque minore agli anni passati ma non dovrebbe influire sulla qualità.
La situazione per quest’anno non è sicuramente incoraggiante, molti produttori hanno dovuto investire molto di più sulla vigna per proteggerla da malattie e curare la terra per dare vitalità alla vigna che ha visto tantissima acqua e poco sole. Tutto questo si spera non porti ad un innalzamento dei prezzi in un momento in cui il consumo di vino si è abbassato ulteriormente.
Il danno economico comunque non sarà di poca entità se pensiamo che in Italia ci sono ben 332 Doc, 73 DOCG e 118 Igt con un restante 30% destinato al vino da tavola, se le cose dovessero andare come stimato le perdite sarebbero importanti soprattutto per quelle DOCG che dovranno saltare l’annata.
Staremo a vedere, solo verso fine ottobre si potrà fare un bilancio finale e capire cosa accadrà alle nostre eccellenze del vino, ovviamente il lavoro più grosso ora spetta agli enologi che dovranno sfoderare tutta la loro bravura e la loro fantasia, magari inventando nuove tendenze, almeno per il 2014.