di Massimiliano Furlan
(vinoclick) La Toscana sta diventando terra di conquista da parte degli investitori stranieri. Questo è quanto emerge da alcuni dati delle maggiori agenzie immobiliari britanniche legate a realtà molto importanti come Sotheby’s International Realty o Christie’s International Real Estate.
Ci sono uomini d’affari molto importanti in Inghilterra interessati ad investire nella regione più vinicola d’Italia. Il loro interesse, secondo Casa & Country, sarebbe per casali in campagna con intorno un bel vigneto, indipendentemente dalla produzione. Questi investitori non hanno alcun interesse per il mondo del vino ma semplicemente per il gusto di avere una piccola o media azienda agricola. Il costo medio degli investimenti varia da 1,5 mln di euro fino a 10 mln e da febbraio ad oggi, approfittando della pandemia, le richieste di acquisto sono notevolmente aumentate, aiutati anche dalla contrazione del mercato immobiliare in Italia che ha subito un contraccolpo di almeno un -18% mostrando quindi una maggior propensione a vendere ad investitori stranieri.
Purtroppo, oltre all’ingresso di capitali esteri, non c’è alcuna nota positiva nell’immaginare dei signori che gestiscono il nostro patrimonio vinicolo da un ufficio situato in chissà quale parte del mondo.
La stessa operazione è in corso in Francia, dove grandi gruppi d’investimento, in particolar modo cinesi i quali continuano ad acquistare Chateau ma con l’intenzione di fare affari nel mondo del vino, mantenendo la produzione inalterata senza snaturare le intenzioni dei vecchi proprietari. In Italia invece, gli investitori acquistano aziende agricole e casali con il solo intento di avere una casa in campagna all’estero per passare le loro vacanze tra le vigne ed i magnifici paesaggi unici al Mondo.
La situazione, con l’allungarsi della pandemia peggiorerà sempre di più perché i piccoli proprietari sono in chiara difficoltà e di fronte a delle offerte allettanti non si tirano indietro. Sarebbe auspicabile l’intervento del Governo italiano per cercare di arginare l’emorragia con dei provvedimenti di detassazione ed incentivi per aiutare i piccoli e medi produttori e far si che il patrimonio enologico venga preservato in un Paese dove il vino è un’eccellenza di assoluto valore mondiale.
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