Skip to Content

Wednesday, December 25th, 2024

 

 

vino-importazioni-2013

di Erminia Eleonora Magli

(vinoclick) Wine Monitor (Nomisma) ha diffuso i primi risultati sull’import di vino 2013 e, a sorpresa, alcuni dei mercati più importanti quali Cina, Canada, Brasile e Giappone, hanno fatto registrare i primi segni negativi dopo anni di continua crescita. Molti e differenziati sono i fattori che hanno inciso su ogni singolo mercato, sicuramente la forte svalutazione dell’euro nei confronti di monete quali il real brasiliano o lo yen giapponese, ma denominatore comune di questo dato è il calo consistente dell’import di vino sfuso, forse anche a causa della minor disponibilità del prodotto che nel 2012 che ha registrato i livelli più bassi dell’ultimo decennio (258 milioni di ettolitri di vino prodotto a livello mondiale, contro i 268 dell’anno prima e i 281 del 2013). Ecco alcuni dati riportati dall’Ansa.

La Cina, dopo una crescita esponenziale nell’acquisto di vino straniero da parte dei consumatori (che ha visto, in vent’anni,  passare il volume di affari da 1,7 a 1.170 milioni di euro), ha registrato un calo del 5%, percentuale simile sul fronte dei volumi, -4,4% (3,77 milioni di ettolitri contro i 3,94 milioni, sempre riferiti al 2012), ma solo metà deriva dagli imbottigliati mentre l’altra metà dallo sfuso.
L’import dello sfuso, un quarto del totale delle importazioni cinesi, è calato di circa il 27% mentre i vini fermi imbottigliati registrano un +5%. Questa crescità però è legata alla sostituzione di prodotti di fascia più alta con altri di fascia più bassa, infatti la Francia ha segnato un -27% di export imbottigliato fermo verso la Cina contro il +11% dell’Italia. Dati ancor più significativi per gli spumanti: Francia -12,5% contro il +86% dell’Italia.

Negli Stati Uniti si registra -6%, il calo riguarda solo gli sfusi che però pesano per quasi un terzo sul totale dell’import, infatti i vini fermi e gli spumanti hanno registrato un +3% e +9%.

In controtendenza l’Italia che registra un +5,5% del valore di import, superando il 9% per gli spumanti.

In Brasile, dati negativi per tutte le tipologie: fermi imbottigliati (-6% in valore rispetto al 2012), spumanti/frizzanti (-11%), sfusi (-34%). La Francia ha messo a segno però un +3,5% di crescita negli imbottigliati, mentre l’Italia ha registrato un -2,7%.

In Giappone c’è stata una diminuzione nei valori dell’import totale di vino (-4%) ma si è registrato all’opposto una crescita nei volumi (+2%). In particolare, sono diminuite le importazioni in valore di vini fermi imbottigliati e spumanti, rispettivamente, del 3% e 9%. A farne principalmente le spese in entrambi i segmenti è stata la Francia mentre l’Italia ha tenuto negli imbottigliati (+1%) ma è arretrata negli spumanti (-4%).

In Canada c’è stato solo un leggero arretramento dell’1% nei valori e nei volumi complessivi di import di vino, di contro l’Italia è riuscita ad incrementare i propri flussi di export sia per quanto riguarda i fermi imbottigliati che gli spumanti. In particolare, rispetto a quest’ultima tipologia, si è registrato un aumento del 3% in valore e del 9% nelle quantità.

La Russia è l’unico mercato tra quelli considerati dove l’import di vino ha mostrato una crescita importante, +12% in valore e +2% nei volumi. Anche in questo caso l’Italia ha registrato ottimi incrementi con un +20% sia nei valori che nella quantità. Pe quanto riguarda gli spumanti, l’import dall’Italia è aumentato del 49% in valore, a fronte di un +43% nei volumi, consolidando così la leadership detenuta dal nostro paese in tale segmento, con una quota oggi pari al 63% dell’import di spumante in Russia, contro il 27% della Francia.