Prodotti agroalimentari originali realizzati da aziende spesso di piccolissime dimensioni, capaci di incuriosire i buyer di tutto il mondo; cantine antichissime che producono vini più unici che rari e cantine moderne che adottano tecniche antiche; etichette come impronte digitali per avere la certezza dell’origine dei prodotti acquistati e nanotecnologie per eliminare gli odori dai luoghi di degustazione. Per alcuni sono curiosità, per gli addetti ai lavori la dimostrazione di una ricerca continua della qualità e dell’innovazione.
Verona, 3 aprile 2014. Basta plastica per i fingerfood, a Sol&Agrifood, la Rassegna dell’agroalimentare di qualità in programma a Verona dal 6 al 9 aprile 2014 (www.solagrifood.com), l’alternativa è un piattino di sfoglia croccante al mais, adatto come base per salse e creme, da mangiare in un solo boccone.
Ci sono poi le confetture di petali di rosa o di uva Isabella, le gelée di sambuco, il vinappeso ricavato dal cuore della coscia di suino pesante stagionato 12 mesi e a affinato con Amarone e Recioto, i tronchetti di peperone croccante in bustine snack, il pastificio dei primati con il catalogo di formati di pasta più grande del mondo – ben 122 formati più 40 senza glutine – , ma anche un bonsai di olivo di circa 100 anni che produce circa 2,5 kg di olive, da cui si potrebbe ricavare meno di mezzo litro di olio.
Sono queste alcune delle curiosità in fiera, che danno però la misura della tradizione e della creatività del settore agroalimentare italiano. Un’infinità di prodotti, tutti da scoprire negli stand dei circa 350 espositori di Sol&Agrifood e nelle degustazioni guidate in programma nell’Agorà, nella Sala Mantegna e nella Sala Polifunzionale, che sono i tre spazi allestiti per gli eventi, i tasting e i cooking show.
Per chi non ne ha abbastanza, una pausa pranzo al Ristorante Bio Goloso – con take away per gli espositori di Sol&Agrifood, Enolitech e Vinitaly – può regalare un momento di relax in una location tutta “naturale”, con piante che diventano gambe dei tavoli e coperture degli ombrelloni.
Novità da scoprire non mancano nemmeno a Vinitaly (www.vinitaly.com). Il Salone internazionale più grande del mondo dedicato ai vini e ai distillati è il regno delle curiosità, grazie alle peculiarità specifiche dei vini di ognuno dei circa 4.100 espositori provenienti anche dall’estero. Ci sono il vino prodotto dalla vigna più antica del mondo, vecchia di 350 anni provati scientificamente, la docg più piccola per territorio – solo una parte del comune Scanzorosciate in provincia di Bergamo –, produttori georgiani che non hanno mai abbandonato tecniche di produzione antiche in orci di argilla di circa 1.000 litri, interrati e sigillati con argilla e cera d’api. C’è anche chi coltiva i vigneti con i cavalli e chi, supportato da ricerche scientifiche, diffonde le armonie di Mozart nei vitigni per migliorare le produzioni.
Tra giovani e vecchie cantine, alcune sono da record. C’è quella che produce vino fin da prima che venisse scoperta l’America, altre dal XVI secolo come la francesce Chateau D’Yquem, protagonista di una degustazione Masterclass della Vinitaly International Academy (degustazioni@veronafiere.it). Si tratta del vino dolce più famoso del mondo, prodotto in quantità minime perché frutto solo dell’uva migliore, raccolta con passaggi successivi – da 4 fino a 13 volte! – per ottenere il meglio da ogni vendemmia.
A Vinitaly anche tanta solidarietà, con i vini prodotti da vigneron Down della Marca Trevigiana e la Cittadella della Gastronomia gestita dalla Trattoria degli Amici della Comunità di Sant’Egidio. Ci sono poi iniziative per creare occupazione lavorativa e generare risorse economiche da investire in progetti umanitari.
Le tecnologie più innovative e interessanti per produrre vino e olio di oliva si trovano invece ad Enolitech (www.enolitech.com). Tra queste, quella che utilizza la nanotecnologia per creare un ambiente neutro, decontaminato da odori adatto per le analisi degli alimenti.
Tra gli stand dei circa 200 espositori di Enolitech, molte le proposte per proteggere aziende e consumatori dalle contraffazioni: dal tappo con il codice identificativo all’etichetta con pigmenti che, come un’impronta digitale, identifica in modo univoco l’origine del prodotto, controllabile dal proprio smartphone.