di Massimiliano Furlan
(vinoclick) Siamo ad ottobre e con i primi risultati della vendemmia, per altro non esaltanti, inizia la stagione del vino che ci porterà nelle varie rassegne enologiche, ai banchi d’assaggio organizzati ovunque, ai seminari con le aziende e sui vitigni, ai vari corsi per sommelier organizzati ovunque e all’uscita nelle librerie e sui nostri smartphone delle guide che ci condizioneranno inevitabilmente nelle nostre scelte in enoteca. Il punto ora è capire quanto tutto questo sia utile e a cosa porta.
In Italia nel programma enologico, ricchissimo appunto di iniziative ed appuntamenti che si susseguono annualmente noi troviamo sempre le stesse cose, le stesse aziende che ci propongono sempre gli stessi prodotti senza portare novità, senza dare una scossa alla produzione, semplicemente perché il mercato italiano va bene così, non trovano il bisogno di far incuriosire le gente, trovano solo il modo per tirare fuori i soldi dalle tasche da chi pensa che siamo i più bravi al mondo a fare vino e che bere oggi fa molto chic. Ma quanto durerà tutto questo? Vagando un po’ a caso nelle varie rassegne enologiche, abbiamo trovato stand di produttori famosi pieno di belle donne super vestite e firmate, uomini eleganti e facoltosi ma che di vino non ne sapevano nulla, bastava solo vedere come tenevano il bicchiere per capire che era solo apparenza, stessa cosa nei vari banchi d’assaggio dove tutti si tuffano nelle bollicine e se champagne meglio ancora per tornare a casa e dire soddisfatti che avevano bevuto qualcosa di molto costoso ma non capendone assolutamente nulla. La stessa cosa sta avvenendo per i corsi da sommelier, di veri appassionati che lo frequentano ne troviamo pochi, anzi pochissimi e ce ne accorgiamo subito quando vediamo un ragazzo che ci serve il vino e gli chiediamo informazioni sulla bottiglia che stiamo degustando e lui ci guarda smarrito e alla fine ci dice che lui è arrivato solo adesso e non ha avuto tempo per sapere cosa stesse servendoNon da meno sono le manifestazioni o i seminari che vengono organizzati in orari e giorni improbabili, dove una qualunque persona che svolge un qualunque lavoro non potrà mai partecipare a meno che non sia un disoccupato o un libero professionista o un figlio di papà ma il povero appassionato che si spacca la testa in giro per enoteche con la sua bella guida in mano, beh lasciamolo a casa oppure se lo vogliamo tra di noi e dare la possibilità a tutti di capire e di essere guidati teniamo aperte le manifestazioni fino alle 11 di sera.
In ultima analisi ci sono le guide che ormai escono in una quantità smisurata, ad occhio ormai ne contiamo una decina e non si sa a chi dar retta, quest’anno se ne sono aggiunte almeno due che potrebbero essere di assoluto valore, ma esiste l’assoluto nel vino? No e quindi tutte queste guide sono troppe e in più molto costose sia sul cartaceo che in eBook. Questa è solo una maniera per far soldi ed illudere le persone che un vino sia per forza meglio di un altro.
Questo è il mondo del vino in Italia, molto frastagliato ed illusorio, dove ormai è scattata solo la corsa al denaro, ci sono le grandi aziende che adesso comprano le piccole in ogni parte del Paese rendendo fin troppo uniforme la produzione, appiattendo la qualità così come grandi personaggi della televisione comprano un azienda, presentano i loro vini con feste sfarzose e con la loro bella faccia televisiva o politica, si arricchiscono e schiacciano i piccoli produttori che magari, anzi senza magari, fanno un prodotto di gran lunga migliore ma non hanno quell’enologo, quell’agronomo e soprattutto non hanno il nome famoso ma la cosa ancor peggiore che non hanno chi li tuteli veramente, chi li metta al riparo da brutte sorprese, chi non li dia in pasto ai grandi produttori griffati che arraffano tutto dove possono e quando vogliono.
Il vino in Italia deve crescere tanto, sia a livello di comunicazione che a livello legislativo, la qualità per fortuna non manca così come il territorio ma sulla democrazia enologica ancora non ci siamo.
Buona stagione a tutti quelli che credono che il vino sia una risorsa importante e a quelli che lo amano per quello che è, poesia, filosofia, lavoro e sacrificio.