di Erminia Eleonora Magli
(vinoclick) Come ogni anno, a cavallo tra il terzo mercoledì e giovedì di novembre, allo scoccare della mezzanotte, in tutto il mondo ha avuto luogo la rituale festa della strappatura del Beaujolais Nouveau, maledizione e benedizione per la famosa regione francese legata più alla notorietà di questo prodotto che ai suoi vini meno noti ma di maggior finezza e pregio.
Il Beaujolais Nouveau è facile da bere, tuttavia ha tutte le caratteristiche che un buon vino non ha: è giovane, povero di tannino e non adatto all’invecchiamento; forse proprio per questo, l’impossibilità di essere all’altezza e di suscitare emozioni e come solo i grandi vini sanno fare, è stata costruita quella che è diventata una delle campagne di marketing di maggior successo del settore.
Una operazione atta a valorizzare un vino che non fa certo parte della mitologia dei vini francesi.
Così, come ogni anno, allo scattare della mezzanotte, bar ed enoteche di tutto il mondo hanno iniziato a stappare le prime bottiglie del Beaujolais Nouveau 2013: ciò che a suo tempo era iniziato a Parigi come la prima “chance” di degustare vini di un determinato anno, oggi si è trasformato in un grande parties di portata mondiale che coinvolge paesi lontani come Giappone e Stati Uniti.
La velocità è parte del suo fascino. Il Beaujolais Nouveau è letteralmente volato ai suoi clienti, mentre altri vini viaggiano in nave.
Le cantine che producono il Beaujolais Nouveau esportano una quota maggiore del loro vino rispetto a qualsiasi altro produttore in Francia, circa il 47 per cento del loro raccolto è destinato ogni anno all’ estero. Il mercato più grande è il Giappone, che l’anno scorso ha bevuto quasi 9 milioni di bottiglie e che ha anche tipicamente il privilegio di stappare le bottiglie prima di chiunque altro. Gli Stati Uniti nel 2012 hanno importato più di 2 milioni di bottiglie.
La campagna promozionale ha avuto talmente successo da far preoccupare in Beaujolais i produttori dei vini più fini, per intenderci la zona appena a nord della città di Lione, che si stanno domandando se sia stato creato un mostro capace di oscurare qualsiasi altra cosa loro producano.
Ogni anno il Beaujolais Nouveau copre circa un terzo della produzione di vino nella regione e, pur rappresentando solo lo 0,3 per cento della terra coltivata per il vino, è uno dei prodotti più conosciuti in tutto il mondo.
Il Beaujolais Nouveau è il più noto di una serie di “vins de primeur” – i vini che hanno un breve periodo di fermentazione e sono generalmente fruttati e di facile beva, ma hanno una durata breve. Con decreto del governo francese, non possono essere venduti prima del terzo Giovedi nel mese di novembre.
L’aumento dei vini provenienti dall’emisfero meridionale ha tolto un po ‘di magia alla novità, infatti a sud le vendemmie sono anticipate e possono fregiarsi ogni anno del titolo di “primi sul mercato”.
Inoltre il tradizionale fermento intorno a questo vino ha creato non pochi problemi, tutti volevano acquistarlo e ciò portò circa 20 anni fa ad un eccesso di produzione a discapito della qualità. Oggi i viticoltori della regione, organizzati in associazionie hanno dato un riordino al settore e si sono impegnati ad offrire un vino di qualità facendo scendere la produzione del novello francese della metà rispetto agli anni ’90.
Comunque questo vino in Francia ha una nomea mediocre ed è associato a feroci postumi di sbornia da feste studentesche e a serate prive di fantasia.
I produttori stanno cercando di scrollarsi di dosso questa reputazione e stanno cercando di mettere in luce anche le produzioni di fascia più alta della regione , vini cru non-nouveau.(vinoclick)