(vinoclick) Il Vinitaly 2014 si è ormai concluso da una settimana e le considerazioni da fare a mente fredda sono molte. Innazitutto possiamo discutere sul record di presenze di spettatori, l’organizzazione parla di 150.000 presenze contro le 144.000 dello scorso anno, in realtà gli spazi della fiera erano meno affollati rispetto al solito, forse è stata solo una sensazione o forse corrisponde alla realtà. La conferma viene anche dalla viabilità dove il traffico veronese, che nei giorni della fiera diventa assolutamente impossibile, quest’anno si poteva circolare con molta più tranquillità.
Tutto questo ovviamente non va visto sotto un’ottica negativa, anzi, girare per gli stand dei produttori diventa piacevole senza troppo stress con le persone che si accalcano e non si ha neanche la possibilità di capire il vino o almeno farselo spigare da chi lo produce. Purtroppo a volte si incontrano delle aziende che se non ci si presenta come addetti ai lavori non ti degnano neanche di uno sguardo, per fortuna sono pochi.
Una nota molto piacevole è arrivata dal padiglione Lombardia, oltre lo standard qualitativo che si è innalzato di tanto, abbiamo notato una cosa molto curiosa, nella sezione del Franciacorta l’affollamento di gente era talmente elevato che è dovuta intervenire la sicurezza e far passare le persone un po’ alla volta. Questo dimostra che la gente apprezza molto la qualità rispetto alle bollicine di facile beva ormai quasi destinate al mercato estero. Proprio dalle esportazioni che arrivano i segnali positivi ma anche negativi.
La maggior parte delle aziende ormai esporta ovunque senza pietà trascurando molto il mercato italiano, inoltre con dei buoni ricavi ma la considerazione da fare è perché all’estero una bottiglia può essere venduta ad un costo di molto inferiore e nelle nostre enoteche invece leggiamo prezzi a volte fuori portata della gente comune? Questo allontana le persone dal vino, vendere qualità ad un prezzo giusto educa a consumare di più e meglio aumentando il volume di affari interno e creare un’abitudine culturale ed enologica.
Per quanto riguarda i buyers in realtà in questo Vinitaly non ne abbiamo visti moltissimi, lo scorso anno sembrava di essere in oriente quest’anno un po’ meno anche se Veronafiere comunica un incremento rispetto alla passata edizione.
Le considerazioni finali su questa edizione sono comunque ottime, entrare al Vinitaly da sempre una certa emozione e per i primi minuti si è assolutamente spaesati perché non si sa mai da dove iniziare, poi si prende il ritmo e si possono scoprire tante aziende che fino ad un attimo prima neanche sapevamo della loro esistenza. Questa è la magia del Vinitaly, questa è la realtà del vino che l’organizzazione da la possibilità di conoscere a tutti quelli che hanno la passione per un qualcosa di speciale. Come addetti ai lavori vorremmo qualche servizio in più per assicurare un’informazione più completa e immediata come la copertura wifi su tutti i 100.000 metri quadri visto che le compagnie telefoniche non sono assolutamente in grado di offrire una copertura di rete almeno decente.
L’appuntamento è per il prossimo anno dal 22 al 25 marzo, sia con la rassegna vera e propria e sia con le attività correlate come Opera Wine e Wine in the City, anche se quest’ultima andrebbe migliorata un po’ con qualche degustazione in più per consentire una maggiore partecipazione. Da ricordare inoltre che Vinitaly sarà responsabile del padiglione vino all’Expo 2015 di Milano che inizierà in maggio e si protrarrà per sei mesi.
Massimiliano Furlan