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Friday, December 27th, 2024

di Massimiliano Furlan

(vinoclick) Tra i vini più graditi dagli italiani e tanto ricercati in enoteca e nei ristoranti c’è l’Amarone della Valpolicella, un vino che in realtà è un blend di Corvina, Corvinone, Rondinella, Croatina e per alcuni anche il Cabernet Sauvignon come consentito dal disciplinare. La particolarità dell’Amarone è nell’appassimento delle uve, infatti dopo la vendemmia i grappoli vengono depositati sui graticci dove rimangono per alcuni mesi prima di essere vinificati. Questo fa si che la lavorazione oltre che avere tempi più lunghi porta ad una produzione più bassa facendo lievitare i costi. Tutto questo per fortuna non ha spaventato i mercati nel 2017 dove l’export è stato incrementato del 10% con il 68% dei volumi destinati all’estero. La Germania è stato il primo paese come gradimento con il 30% in più seguito dagli USA con il 10%, Gran Bretagna con il 5%. Bene anche in Oriente, con Cina e Giappone attestati al 15%. Il vero dato però più importante e più sorprendente è il mercato italiano che ha fatto registrare un incremento del 20% di cui un buon 60% in enoteche e ristoranti. Buona anche la vendita diretta in cantina dovuto all’ottimo lavoro svolto dall’Ente del Turismo della Valpolicella che portato tanti turisti i quali si sono diretti immediatamente nelle cantine di produzione per acquistare un prodotto fantastico che in un mercato un po’ in discesa nei vini fermi con l’Amarone va in controtendenza. In Veneto per fortuna non esiste solo Prosecco con mezzo milione di bottiglie prodotte ed un territorio vastissimo, forse anche troppo, negli anni questo è stato ampliati nella DOCG e nella Doc consentendo a tutti di produrre bollicine anche a buon mercato snaturando un po’ il prodotto. Questo per fortuna non avviene con il vino della Valpolicella con i produttori consorziati che mirano a confezionare un vino sempre più di qualità, facendo riscontrare un gradimento altissimo, come abbiamo descritto nei dati. Troviamo invece eccessiva l’iniziativa del Governatore Zaia il quale ha chiesto all’Unesco di inserire il metodo dell’appassimento come patrimonio dell’umanità dichiarando che è unico in Italia. La cosa è contestabile perché anche in Valtellina l’uva viene vinificata con lo stesso metodo. Inoltre è eccessivo mettere tutto il Veneto sotto l’Unesco dato che anche le colline vitate di Conegliano potrebbe diventare patrimonio mondiale.

m.furlan@vinoclick.org